Il Pirlì è patrimonio immateriale dell’Unesco!

Oltre al già grande patrimonio ambientale, architettonico e artistico, in Val Cavallina si aggiunge, con una conferma importante, anche quello culturale, immateriale, dei giochi tradizionali.

Durante la XVI sessione del Comitato intergovernativo per la salvaguardia del patrimonio immateriale, il “Tocatì, Festival del Gioco Tradizionale e di Strada” è stato definitivamente riconosciuto come un eccezionale e unico strumento di salvaguardia di una pluralità di giochi tradizionali e di manufatti ludici caratterizzati dalla sostenibilità, dal riciclo e dal riuso ed è stato inserito nel Registro delle buone pratiche di salvaguardia del patrimonio immateriale dell’umanità.

Ideato dall’Associazione Giochi Antichi, ben presto la kermesse è diventata un vero e proprio punto di riferimento non solo per il mantenimento delle tradizioni, ma anche per lo studio e ricerca sul tema del gioco

Il Pirlì rientra tra i sei divertimenti lombardi inclusi nel «programma condiviso per la salvaguardia di giochi e sport tradizionali» del «Tocatì»

Perché patrimonio culturale immateriale

Il patrimonio culturale immateriale viene ereditato dai nostri antenati e trasmesso ai nostri discendenti. Comprende tradizioni orali, arti dello spettacolo, pratiche sociali, rituali ed eventi festivi, conoscenze e pratiche riguardanti la natura dell’universo, nonché know-how e abilità artigianali. Viene continuamente ricreato mentre viene trasmesso di generazione in generazione e si evolve in risposta all’evoluzione del nostro ambiente.

Il Pirlì quindi non è “solo” un gioco antico, è espressione simbolica e rappresentativa dell’unicità di un territorio, a partire dalle sue tradizioni, è storia e racconto!

Da anni la Cooperativa ne promuove la conoscenza, la tutela e la pratica comunitaria come elemento della nostra tradizione. Attualmente diversi Pirlì, compreso un esemplare dei primi del ‘900 restaurato, si possono vedere ed utilizzare presso il Bio-Parco della Valle delle Sorgenti.

Qui in un articolo del L’Eco di Bergamo.