Ancora una volta la Cooperativa L’Innesto si fa promotrice, nell’ambito delle Azioni di Sistema del Progetto Integrato d’Area della Val Cavallina (PIA), di una ulteriore proposta finalizzata a costruire momenti importanti di riflessione e confronto, in particolare per cogliere l’opportunità che viene offerta dall’EXPO che si terrà a Milano nel 2015.
Siamo convinti che solo attraverso una costante e serrata relazione fra i partner, attuatori delle “operazioni”, e i cittadini, destinatari responsabili del buon uso delle risorse messe a disposizione, si potranno dispiegare gli effetti benefici di quanto realizzato.
Il PIA è per tutti gli attori coinvolti una opportunità per cambiare, porsi nuovi obiettivi per puntare ad uno sviluppo che si fonda non sul riequilibrio con altri sistemi territoriali ma sulla differenziazione e valorizzazione dei numerosi vantaggi competitivi esistenti, promuovendo il saper fare locale e tutelando la naturalità e le biodiversità intrinseche della valle.
Ciò che la nostra valle ha prodotto negli anni, nelle mille forme del vivere quotidiano (dall’ambiente al paesaggio, dal lavoro all’arte, dai borghi ai campi, dalle tradizioni del lavoro al folclore, dalle attività ludiche alla cultura, ecc.) sono patrimoni inestimabili sui quali, sosteniamo, debba poggiare il punto di partenza per costruire possibili strategie di crescita e di miglioramento della qualità della vita. Il tutto, inoltre, avendo la capacità di intravedere una nuova visione tesa al futuro e all’innovazione.
Nel breve periodo siamo passati dalla generazione di chi considerava colui che “veniva da fuori” per “usare” (vuoi per diletto, per cura o per riposo) il nostro territorio come il “forestiero” ad una nuova generazione che lo accoglie come ospite, passando attraverso la definizione di villeggiante, prima, e turista, dopo.
Ripensare una Valle puntando alla capacità di un’ospitalità vera che renda partecipe il visitatore della quotidianità del “luogo”, facendolo diventare cittadino temporaneo, in questo momento non è poi cosi difficile.
Nell’era della globalizzazione, dobbiamo affermare le nostre peculiarità. Ciò, non per dividerci in mille rivoli ma per includerle in un progetto organico di una proposta turistica in grado di soddisfare un enorme bisogno di relazioni nuove di cui, sempre più, si sente il bisogno.
Sapendo che il nostro territorio non ha una rilevante connotazione turistica, non possiamo esimerci oltre dal fare. Solo se collaboreremo tutti, da qui in avanti, nel gestire il delicato equilibrio fra gli innumerevoli elementi di qualità che ci “distinguono” per integrarli in una reale destinazione, riusciremo a intercettare tutte quelle istanze di conoscenza dei luoghi “autentici” e”caratteristici”, di cui è palese ed evidente la richiesta da parte di un mercato turistico sempre più interessato ad esperienze responsabili e consapevoli.